L’antica arte delle tele stampate “a ruggine”

La tradizione delle tele stampate risale al XVIII sec., quando venivano usati drappi come ornamento ai buoi dur ante le fiere paesane. E’ proprio S. Antonio Abate, protettore degli animali ad essere raffigurato nelle prime stampe.

La fantasia degli stampatori permise così di evolvere le stampe con numerose decorazioni utilizzate per abbellire tele di lino e canapa destinate all’uso di tovaglie, copriletti, tende e molto altro.

La tela stampata aveva come destinazione non case benestanti, bensì modeste: i motivi impressi sulla canapa che servirà da tovaglia, tenda copriletto rappresentano un surrogato povero di tessuti ricchi, magari ricamati oppure stampati con metodi ben più preziosi.

I colori tipici usati sono il blu scuro, il verde scuro, il rosso antico, ma quello veramente unico ed inconfondibile è il ruggine. Questo si ricava usando ruggine di ferro impastata con aceto di vino e farina. Il procedimento segue, scrupolosamente, un’antica ricetta tramandata di padre in figlio e custodita gelosamente in ogni bottega artigiana.

 

Ma come si riconosce una vera tela stampata?

Basta controllare la tele al rovescio: da qui noterete disomogeneità ed imperfezioni a differenza di quello ottenuto da stampa serigrafica che presenta tinta piatta e colore uniforme, inoltre la stampa a mano può avere sfumature e diversa distribuzione di colore.

I laboratori di tele stampate “a ruggine” si trovano a Cesenatico, a Gambettola che è anche un paradiso per i collezionisti di ferro vecchio, a Santarcangelo e a Rimini.