Talamello, torna la tradizionale “sagra del formaggio di fossa”

Talamello, un suggestivo borgo situato su di un’altura conosciuta come Monte Pincio d’apprima proprietà della chiesa feudataria e poi della famiglia Della Faggiola e poi dei Malatesta, conserva un notevole patrimonio artistico.

Impossibile non visitare il borgo di Talamello; un viale principale che conserva palazzine in sassi, botteghe con prodotti tipici e qualche ristorante. Da non tralasciare il museo Pinacoteca Gualtieri, che conserva circa quaranta tele donate al comune di Talamello dallo stesso Gualtieri.

Talamello è senza alcun dubbio palcoscenico delle sagre di tipicità locali che si svolgono ogni anno, in particolare una dedicata al frutto autunnale per eccellenza, la castagna e quella dedicata all’Ambra di Talamello, vale a dire il formaggio di fossa.

Le origini del formaggio di fossa risalgono alla seconda metà del 1400. I contadini dell’Appennino romagnolo-marchigiano a causa dei numerosi saccheggi presero l’abitudine di nascondere tutte le provviste in vere e proprie fosse scavate nella roccia. Una volta tornati alla tranquillità dissotterarrarono tutti i loro averi fra i quali il formaggio di fossa e da qui che scoprirono che era cambiato, migliorando, le proprie caratteristiche.

E da allora tradizione che, ogni estate, le fosse vengono ripulite e asciugate con un falò di paglia e sterpi poi si ricoprono le pareti con un’intelaiatura di legno e canne foderata di paglia.

Le forme ricavate dal latte ovino in agosto vengono disposte nelle fosse in sacchi di cotone bianco. L’ultimo procedimento è la chiusura delle fosse con tavole e gesso per aspettare, oggi come in passato, la riapertura di novembre, quando il formaggio ha acquistato tutte le sue speciali peculiarità.

La fiera del Formaggio di fossa si terrà il 16 e 17 novembre 2019; degustazione dell’ottimo formaggio ma non solo il paese si riempie di bancarelle e i più curiosi potranno far visista alle fosse di deposito e conoscerne la storia…